venerdì 5 dicembre 2008

SAVE the WHALES




WASHINGTON – The Supreme Court on Wednesday lifted restrictions on the Navy's use of sonar in training exercises off the California coast, a defeat for environmental groups who say the sonar can harm whales.
The court, in its first decision of the term, voted 5-4 that the Navy needs to conduct realistic training exercises to respond to potential threats by enemy submarines.
Environmental groups had persuaded lower federal courts in California to impose restrictions on sonar use in submarine-hunting exercises to protect whales and other marine mammals.
The Bush administration argued that there is little evidence of harm to marine life in more than 40 years of exercises off the California coast.
Chief Justice John Roberts wrote the majority opinion, which was joined by Justices Samuel Alito, Anthony Kennedy, Antonin Scalia and Clarence Thomas.
The court did not deal with the merits of the claims put forward by the environmental groups. It said, rather, that federal courts abused their discretion by ordering the Navy to limit sonar use in some cases and to turn it off altogether in others.
The overall public interest tips "strongly in favor of the Navy," Roberts wrote. He said the most serious possible injury would be harm to an unknown number of the marine mammals.
"In contrast, forcing the Navy to deploy an inadequately trained anti-submarine force jeopardizes the safety of the fleet," the chief justice wrote.
In dissent, Justice Ruth Bader Ginsburg said that the Navy's own assessment predicted substantial and irreparable harm to marine mammals from the service's exercises. She said that "this likely harm ... cannot be lightly dismissed, even in the face of an alleged risk to the effectiveness of the Navy's 14 training exercises."
Roberts pointed out that the federal appeals court decision restricting the Navy's sonar training acknowledged that the record contained no evidence marine mammals had been harmed.
The exercises have continued since the 9th U.S. Circuit Court of Appeals in San Francisco ruled in February that the Navy must limit sonar use when ships get close to marine mammals.
A species of whales called beaked whales is particularly susceptible to harm from sonar, which can cause them to strand themselves onshore.

giovedì 27 novembre 2008

Riceviamo e pubblichiamo : "SCHIAVITU ENERGETICA DEL COMPRENSORIO ETRUSCO"




Mentre Enel S.P.A. gioca a nascondino con le sue pesanti responsabilità sui quantitativi degli inquinanti a TVN,i sindaci chiedono un acconto per le compensazioni.Enel aveva promesso il carbone pulito,invece, brucerà carbone sporco,con la complicità delle istituzioni, messe a tacere con i soldi.I cittadini sono sgomenti.Mentre al ministero dell'ambiente si dibatte il problema dell'AIA,sulle numerose manchevolezza poste sui limiti degli inquinanti delle emissioni provenineti dalla combustione del carbone sporco di TVN,proprio mentre i cittadini e gli avvocati dei comitati,continuano ad inviare "osservazioni tecnico legali" sulla procedura dell'AiA,i sindaci che fanno? Chiedono all'ente elettrico un acconto sulle compensazioni.Proprio domani,durante il consiglio comunale di Tarquinia verrà presentato un ODG in cui si denuncia la mancanza di garanzia sui limiti di legge contro le ricadute inquinanti di TVN,per quanto riguarda la procedura AIA e la denuncia sul mancato impegno di Enel sulla riduzione del 30% dei limiti di emissione,l' amministrazione Mazzola di Tarquinia e l'amministrazione Battilocchio di Allumiere chiederanno l'approvazione per mettere in bilancio un "acconto",provenien te dall'accordo sulle compensazioni.Questo è il silenzio colpevole!Come può un sindaco che chiede soldi all'inquinatore, tutelare la salute,l'ambiente e il lavoro dei suoi cittadini!Come potrebbe una scimmia ammestrata smettere di ballare mentre la musica incalza?I cittadini si augurano che in sede di consiglio comunale coloro che hanno la responsabilità delle scelte collettive,abbiano un sussulto e facciano con coscienza il proprio ruolo,ci riferiamo anche ai revisori dei conti,che oltre al rispetto della legge in materia, in un clamoroso conflitto di interessi,scelgano la tutela del lavoro piuttosto che i soldi delle compensazioni, con cui tacere per sempre.Il mondo agricolo ha dimostrato la sua fermezza contro il carbone sporco,le compensazioni sono un errore,sono un atto colpevole contro lo sviluppo di questo territorio che ha e che vuole mantenere la sua vocazione agricola.Finalmente anche i cittadin meno informati hanno visto il vero volto dei sindaci di Civitavecchia, Tarquinia, Allumiere, Tolfa e Santa Marinella,il volto del silenzio colpevole.L'esclusiva responsabilità sull'imposizione della "schiavitù energetica del nostro comprensorio" che prima aveva solo il sindaco di Civitavecchia, ora sarà condivisa anche dai sindaci dei comuni limitrofi.Imporranno agli abitanti la presenza del polo energetico più grande d'Europa,in cambio di 30 denari.

A Civitavecchia i soldi dell'Ente elettrico non sono serviti a migliorare la qualità della vita dei cittadini,piuttosto il contrario,basti osservare la città e i suoi problemi cronici,di disoccupazione e inquinamento.
I cittadini che vivono nel comprensorio intorno a Civitavecchia, l'avevano preannunciato un anno fa,tutti i sindaci che si renderanno colpevoli di accettare i soldi di Enel S.P.A.,dimentichera nno giorno dopo giorno di difendere il diritto alla salute,il diritto al lavoro dei loro cittadini.Disgraziatamente per noi.


Movimento no coke Alto Lazio

martedì 4 novembre 2008

AUTOSTRADA in Maremma Etrusca, QUANTO CI COSTI?!?

Si chiudono Ospedali, si taglia l'Istruzione, si taglia sull'Ambiente e le emissioni, si abbandonano le strade rurali, si isolano le comunità montane.... ma una bella autostrada inutile e costosa non ce la leva nessuno!

Autostrada in Maremma Etrusca? No, grazie!


mercoledì 22 ottobre 2008

Legambiente: Autostrada ipotesi devastante


LEGAMBIENTE LAZIO
Comunicato Stampa

Legambiente su corridoio tirrenico nord: no a nuova autostrada.


“Nelle scorse settimane è tornato ad affacciarsi quello che sarebbe il nuovo progetto per il “corridoio tirrenico nord”, che nel territorio della Regione Lazio interessa i Comuni di Civitavecchia, Montalto di Castro e Tarquinia. Un progetto che continua a non risolvere i problemi di sempre, intervenendo rispetto alla pur vera pericolosità di quel tratto stradale, prevedendo in sostanza un nuovo asse stradale piuttosto che mettendo in sicurezza la Via Aurelia e con una tipologia autostradale con pedaggio e caselli. Una scelta che significa, soprattutto negli undici chilometri tra Civitavecchia e Tarquinia, occupare decine di ettari con una nuova inutile infrastruttura di asfalto.”

Così si apre la lettera inviata oggi da Legambiente Lazio a Esterino Montino, Assessore Territorio Vice Presidente della Regione Lazio; Amalia Colaceci, Assessore Mobilità della Provincia di Roma; Salvatore Carai, Sindaco del Comune di Montalto di Castro; Mauro Mazzola, Sindaco del Comune di Tarquinia e Giovanni Moscherini, Sindaco del Comune di Civitavecchia.

“Crediamo che, dopo aver modificato la prima devastante ipotesi progettuale, fatta tutta di viadotti e inserita nell’entroterra della maremma laziale, si debba ora fare anche il passo successivo e abbandonare l’ipotesi autostradale mettendo finalmente in sicurezza la statale Aurelia, anche evidentemente allargandola, ma sulla stesso sedime, e intervenendo su tutte le altre questioni necessarie.”

La lettera si conclude con la richiesta di “riaprire il dibattito convocando un nuovo incontro sul tema allargato ai soggetti coinvolti ed alle parti sociali, ma allo stesso tempo di non portare i Consigli comunali a doversi pronunciare su questo nuovo progetto, ancora sbagliato a nostro avviso, come invece nelle prossime ore si appresterebbero a fare per l’ennesima volta.”

lunedì 20 ottobre 2008

NO ALLA AUTOSTRADA!! AGRICOLTURA SALVACI TU!!






Non solo autostrada: c è un disegno strategico per industrializzare la fertile Tarquinia e la Maremma etrusca. Agricoltura, salvaci tu!

Il Comitato Cittadini Liberi invita la popolazione, gli agricoltori e la stampa al Consiglio Comunale di domani pomeriggio. Vogliamo capire chi sono i furbi, perché non si ingrandisce e non viene messa in sicurezza l’Aurelia, dove la gente continua a morire ogni giorno.
( Vi aspettiamo, martedi 21 ottobre, ore 18, nella sala consigliare del Comune di Tarquinia)

COMUNICATO STAMPA

Nel 1823 veniva stampata una raccolta di documenti intitolata “I Pascoli Comunali Cornetani”. Il volume narra la lotta degli Agricoltori di Corneto (l’odierna Tarquinia) a difesa dell'uso civico a pascolo di cui godevano da tempo immemorabile. A partire dalla metà del '700 era iniziato l'esproprio, di fatto un latrocinio, di antichissimi diritti di uso civico da parte di potenti famiglie, romane per lo più, che invocando i principi della fisiocrazia ottenevano i decreti papali che le rendevano padrone assolute di terre prima destinate a pascolo comune. Gli agricoltori, da una stagione all'altra, si ritrovavano a dover affittare, e a caro prezzo, i terreni di cui fino a poco prima erano stati comproprietari. Nel 2007 la Regione Lazio pubblica il volume ‘L’agricoltura del Lazio – il nuovo Made in Italy’. Tarquinia è posta fra le aree rurali “a dinamicità socio-economica, con popolazione giovane, agricoltura intensiva e di qualità”. La positività della classificazione è tutta negli aggettivi usati, fra i quali è importante sottolineare giovane. Popolazione giovane che è presente nel nostro Comune, impegnata nell’agricoltura, e non è andata via mantenendo vivo il lavoro difeso dagli Agricoltori nel 1823. Ma oggi non è possibile garantire a quella popolazione giovane lo stesso fertile terreno per l’ agricoltura intensiva e di qualità, perché l’industrializzazion e, l’inquinamento, le infrastrutture imposte, e non necessarie, degradano questo fertile territorio della Maremma. La storia si ripete. Oggi, come nel 1823, gli agricoltori, giovani e non giovani, si vedono di nuovo protagonisti di una strenua resistenza per difendere queste terre da un'aggressione nuova e molto più subdola. Oggi vi è un disegno strategico per industrializzare il territorio di Tarquinia dimenticando il monito degli scienziati: “è un errore snaturare la vocazione della vostra città da agricola e turistica, a industriale”. Ma nel nostro Comune non si viaggia in questa direzione. Nel nostro Comune si compie l’esproprio dei terreni coltivabili. L'industrializzazio ne modifica profondamente le strutture economiche, favorendo l'infiltrazione mafiosa, come denunciato molto esplicitamente dal sostituto procuratore antimafia che si è occupato di questo territorio. Vi è la perdita di beni concreti o astratti ad alto valore umano e naturale, sostituiti da rumori, diossine, metalli pesanti, aumento del traffico di auto e tir, lavoro alienante, aumento significativo di popolazione attratta dal lavoro e non da un gruppo umano che si propone con i suoi stili di vita, le sue tradizioni, le sue bellezze naturali e culturali. La sfida è esattamente quella opposta: far crescere Tarquinia puntando sulla sua agricoltura nel modo corretto che i tempi richiedono. Al Polo Nord la temperatura in questo momento è di 5° sopra la norma, la botta sta arrivando e la crisi economica che è appena iniziata è solo un'avvisaglia di quello che ci aspetta: la recessione è iniziata e, considerato che uno dei principali motivi della crisi attuale è la questione del clima, come ha ben capito Obama, tutto quello che fa inquinamento sarà odiato. Tarquinia è un piccolo ecosistema da difendere: l’inquinamento, l’aumento del traffico, il divenire terra di conquista di famiglie mafiose la mortificano e rendono i luoghi della democrazia, vanto di questa città dall'epoca comunale, luoghi del baratto senza fine per facili carriere politiche e sanitarie, nelle grandi società energetiche, e carriere legate ad un successo amministrativo che ha bisogno di soldi, non importa da dove provengono quei soldi. Per questi motivi si approva la centrale a carbone, la zona industriale, la distruzione della Frasca e di S. Agostino, la centrale a finta biomassa a ridosso della Roccaccia e, ultima in ordine di tempo, l'autostrada, mentre non viene ingrandita e messa in sicurezza l’Aurelia dove la gente continua a morire. Oggi entrare nei luoghi della democrazia diventa sempre più faticoso, si respira un'aria pesante, cinica, ignorante, bocche che non si aprono e mani che si alzano e concludono contratti a tornaconto personale. Quando siamo andati a votare le clausole del contratto erano altre. Martedì 21 ottobre, ore 18.00, al consiglio comunale di Tarquinia tocca all’autostrada. Il Comitato dei Cittadini Liberi sarà lì, a denunciare il misfatto. Invitiamo tutta la popolazione a partecipare.
Comitato dei Cittadini Liberi

venerdì 17 ottobre 2008

Autostrada in Maremma Etrusca: "Fare Verde":Rischio devastazione entroterra viterbese





- Si torna a parlare di autostrada tirrenica e questo fa sorgere i dubbi e le perplessità di Fare Verde.
In molti ricordano le vibrate proteste, attuate alcuni anni fa, di Comuni, agricoltori, ambientalisti e popolazione, contro il primitivo progetto di autostrada che andava a colpire il fertile territorio agricolo.
“Siamo sicuri che il tracciato non andrà a devastare l’entroterra viterbese- chiede preoccupata l’associazione ambientalista Fare Verde- e che tutto somiglierà ad un allargamento della statale Aurelia? Non comprendiamo la necessità di dare un’accelerazione all’opera e di portare in tutta fretta l’argomento nei consigli comunali di Montalto e Tarquinia.
Vogliamo prima visionare il progetto e capire quale impatto avrà sul territorio. Per questo, ci appelliamo a tutti i consiglieri comunali che hanno a cuore il futuro della Maremma, affinché vigilino adeguatamente e tutelino l’ambiente e i cittadini che li hanno eletti.”

giovedì 16 ottobre 2008

Maremma Etrusca: NO all'Autostrada Inutile


"ASSALTO" alla Centrale a Carbone di Civitavecchia


ENEL: ATTIVISTI GREENPEACE VIOLANO CANTIERE DI CIVITAVECCHIA

(ASCA) - Roma, 16 ott - Alcuni attivisti di Greenpeace questa notte si sono introdotti all'interno del cantiere della centrale Enel di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia ''mettendo a rischio la propria e altrui incolumita'''.''Enel - spiega l'azienda in una nota - ha immediatamente informato le Autorita' di polizia. Gli attivisti si sono arrampicati su una gru alta 70 metri.