martedì 31 marzo 2009

riceviamo e pubblichiamo

Smantellamento dell'Aurelia:

Fa bene Furio Colombo a gridare

all'inciucio





Come denunciato nei giorni scorsi dal giornalista ed ex direttore deL'Unità On. Furio Colombo, anche a noi pare evidente un brutto “inciucio tra PD e PDL” ai danni del territorio e di chi lo abita.

C'è un progetto che deve 'passare' a tutti i costi, un danno enorme per la comunità e un grande affare per qualcuno: la SAT, Società Autostrada Tirrenica, ma entriamo nello specifico.

Secondo il Ministro per le infrastrutture Matteoli, entro fine anno dovrebbero cominciare i lavori per la distruzione dell'Aurelia attuale in favore di un'autostrada, quindi a pagamento, che ne ricalcherà il percorso.

Avete capito bene, i nostri governanti si accingono a distruggere la stessa Aurelia, che nel recente passato avevano allargata al costo di un fiume di miliardi di vecchie lire, ma si sa che gli sprechi di denaro pubblico non hanno mai spaventato le nostre caste.

Siamo di fronte ad un colossale esproprio, con l'aggravio della deturpazione di una fascia costiera che verrà letteralmente tagliata via dall'entroterra.

Si pensi che l'altezza del 'muro autostradale' che vogliono realizzare, è grossomodo pari a quella del muro che separa Israele dalle zone palestinesi in Cisgiordania, 8-10metri, mentre la larghezza del sedime autostradale è fino a 5-6 volte superiore a quella della zona di interdizione intorno al muro israeliano...

Non essendo la costiera maremmana in guerra con la Tuscia e la Toscana, facciamoci dunque un'idea dell'effettivo 'valore' di questo progetto per le comunità...

Si dovranno quindi demolire case e manufatti e poi anziché terminarne l'adeguamento, si divorerà metà dell'attuale Aurelia, affinché essa diventi praticamente impercorribile, costringendo il passaggio a pagamento sulla nuova tratta, da parte dei milioni di veicoli che transitano tra Roma e la Toscana.

L'affare è sicuro... chi tra gli automobilisti non volesse pagare, può tranquillamente impantanarsi nella vecchia Aurelia, ridotta a poco più che una strada vicinale.

Alla Provincia di Viterbo ed alle altre coinvolte, intanto non viene chiesto alcun parere, mentre si interloquisce solo con le Regioni, che (giustamente) lo stesso Furio Colombo definisce come interessate quanto colpevoli.

Sono proprio Toscana e Lazio infatti, due Regioni in mano al PD, a volere a tutti i costi la realizzazione del progetto, oltre ovviamente allo 'sponsor' istituzionale Matteoli, toscano di AN.

Tramite Marrazzo, il PD laziale si è ampiamente rivelato ed ha accolto la proposta della SAT , mentre i sindaci del PD locale, si stanno largamente allineando.

I capitali necessari all'opera li metterebbe la società, mentre il Governo dovrebbe provvedere alle autorizzazioni ed ecco che l'affare è servito.

Il primo tronco necessiterebbe un investimento di 3,8 miliardi (!!!) di euro, tanto dunque valgono i nostri futuri pedaggi, tanto verrà tolto dalle tasche degli italiani e delle aziende, ma a questa astronomica somma dobbiamo pure aggiungere l'ovvio profitto che ogni impresa persegue.

Fate un po' voi il conto del 'favore' che a noi tutti stanno facendo il “Partito degli Italiani” del ministro Matteoli e il Partito Democratico di Toscana e Lazio. Non c'è male vero?

Ma chi è SAT?

Dunque, approfondiamo un po': il presidente di questa 'fortunata' azienda ci risulta sia ancora l'avv. Antonio Bargone, già dirigente del PCI pugliese e dalemiano di ferro.

Parlamentare del PDS negli anni '90, Bargone è talmente intimo con D'Alema da ospitarlo in casa sua per la famosa cena con l'allora magistrato Di Pietro, al termine della quale fu deciso di candidare l'ex PM nel Mugello, avviandolo ad una lunga carriera politica, di li a pochi mesi infatti Di Pietro divenne ministro ai lavori pubblici.

Bargone dal canto suo, diventò in seguito sottosegratario ai Lavori Pubblici del Governo D'Alema .

Proprio allora, guarda un po', il ministero dei Lavori Pubblici e il Governo di D'Alema ebbero abbastanza a cuore i destini della SAT da 'salvarla' tirando fuori più di 170 miliardi di lire dello Stato italiano, cioè nostri.

La SAT in effetti riprese decisamente colorito e, apprezzando l' (oramai) ex-sottosegretario di D'Alema, fece di lui niente meno che il presidente della società!

Tant'è che l'autostrada tirrenica si trova oggi ai nastri di partenza... ma perchè i lavori dovrebbero essere affidati in concessione alla SAT, anziché passare una regolare gara ad evidenza pubblica, come leggi e e buon senso imporrebbero anche in caso di 'project financing'?

Ma soprattutto perchè nell'Italia degli sprechi, mentre si progettano opere faraoniche, mancano cronicamente i soldi per tutto, a cominciare dalle manutenzioni ordinarie e dalle messe in sicurezza delle strade esistenti che sono un colabrodo?

Tra opere realmente utili ma mai ultimate, centrali a carbone e forse pure nucleari, cave piene di rifiuti speciali e cassa integrazione galoppante, si sta disegnando il nostro futuro e il profilo non è incoraggiante.

Rifondazione Comunista si sta battendo contro un partito unico senza nome, che è formato oramai da maggioranze e opposizioni conniventi e variabili.

Aldilà delle vetuste distinzioni destra-sinistra, il vero nemico oggi è il partito unico degli affari, che senza pudore ingrossa le sue fila sulla pelle di tutti noi.

Mi piacerebbe approfondire molti altri dettagli, ma purtroppo lo scrivente non dispone dell'immunità parlamentare, né in condizioni più agevoli si trova a lavorare la categoria dei giornalisti, si può stare tuttavia certi che la battaglia proseguirà, oltre che sul territorio, anche in Provincia a Viterbo.



Riccardo Fortuna

Consigliere alla Provincia di Viterbo

Partito della Rifondazione Comunista

venerdì 27 marzo 2009

Addio Talamone,gioiello della Maremma Etrusca?!


TALAMONE (GROSSETO) /
ARGENTARIO, GROSSETO: IN MAREMMA CITTADINI UNITI CONTRO SPECULAZIONE SU NUOVO PORTO DI TALAMONE (ORBETELLO)
ORBETELLO-UNONOTIZIE.IT Ecco perché il piano per il nuovo porto di Talamone è un intervento speculativo:
oggi ­il porto di Talamone ospita, secondo i dati del Comune di Orbetello, fino ad 850 imbarcazioni tutte inferiori a 18 m, di proprietà soprattutto di abitanti della Provincia di Grosseto e per il resto dei residenti turistici del Comune di Orbetello e viciniori ­al porto. A causa dell’incuria il porto è del tutto carente di alcuni servizi essenziali, quali dispositivi per la raccolta di oli, acque di sentina e acque nere, ecc.; inoltre è servito da cantieri che appaiono privi delle più semplici condizioni ambientali. Cosa sta facendo il Comune di Orbetello in questa generale incuria? Ci sono responsabilità ?
Sembrerebbe che iniziative private, per risolvere i suddetti problemi, non abbiano trovato attualmente positivo riscontro nell'ente locale.

Nel porto di Talamone sbocca un importante canale di bonifica gravemente inquinato nei mesi estivi, a bassa portata idrica.

Chi controlla gli efflussi dei sistemi di depurazione comunale e del Camping di Talamone?

­Il porto di Talamone è inserito in un area storico-paesaggistica di elevato pregio (soggetta a vincolo), confina con un bacino idrogeologico considerato a rischio (e vincolato) e con importanti zone archeologiche, di particolare rilievo: la villa romana a 1 km dal Paese è presumibile fosse legata a delle saline e a strutture portuali, collocate verso il paese stesso.

Il porto di Talamone insiste su una delle ultime secche costiere esistenti, di elevato pregio ambientale per la diffusione in acque basse di fanerogame marine e già, come ammettono anche le relazioni del Comune di Orbetello, soggetta a notevoli livelli di stress ambientale.

­Il porto di Talamone è un approdo del tutto protetto pur mantenendo una configurazione aperta (senza diga di chiusura) grazie alla meravigliosa protezione naturale offerta dalla configurazione del golfo.

Ma che cosa sta per accadere?

Oggi c'è la proposta per il ‘nuovo porto di Talamone’ portata avanti dal Comune di Orbetello.

Secondo la nuova proposta sarebbero realizzati 800-1000 posti barca ‘per lo più’ per imbarcazioni dai 15 ai 34 m.

Sarebbero anche ricollocate le imbarcazioni non idonee, almeno il 90%, che attualmente trovano approdo a Talamone.

Le imbarcazioni non idonee verrebbero ricollate in aree nell’ambito comunale, oggi inesistenti; probabilmente realizzando così ulteriori interventi per approdi portuali che chiaramente oggi non vengono pubblicizzati.

Va sottolineato che, in generale, le scelte speculative gravano sulla fruibilità del turismo nautico per la popolazione della Provincia di Grosseto e per gli attuali residenti turistici del circondario.

La scelta del nuovo porto di Talamone, oltre ad insistere su un area di interesse archeologico, mette a completo rischio il pregiato habitat di fanerogame marine già in situazione di stress a causa dell’importante apporto di acqua dolce e di inquinanti.

E' addirittura prevista la deviazione del corso del canale di bonifica per portarlo a sfociare in direzione del centro del golfo, con la realizzazione di imponenti argini prolungati in mare per molte decine di metri

Inoltre è prevista la realizzazione di un' enorme opera di sbarramento (oltre 500 m di diga) per realizzare la completa chiusura del porto.

Va rilevato che la scelta del nuovo porto è del tutto inappropriata per la protezione dagli eventi marini, oltretutto la realizzazione del nuovo porto di Talamone non può che provocare uno stravolgimento paesaggistico e ambientale: infatti una tale opera provocherà l’insabbiamento del litorale ad est e la totale perdita dell’habitat pregiato di cui l'aerea è ricca.

Questo fatto è talmente evidente che è preso in carico dal progetto, prevedendo la necessità di grandi argini per "accompagnare" in mare lo sbocco del canale di bonifica, per molte decine di metri oltre l’attuale linea di costa.

IN SINTESI LA PROPOSTA FORMULATA PER UN NUOVO PORTO A TALAMONE E’ UN INTERVENTO AI DANNI DELL’AMBIENTE, DEL PATRIMONIO STORICO-PAESAGGISTICO E DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE E TURISTICA

COMITATO PER LA DIFESA DI TALAMONE

martedì 24 marzo 2009

Optimum Population Trust


http://www.optimumpopulation.org/index.html

NO SUSTAINABILITY WITH INCREASE IN POPULATION- Il Mito della Crescita infinita della popolazione


UK population must fall to 30m, says Porritt
Jonathan Leake and Brendan Montague


JONATHON PORRITT, one of Gordon Brown’s leading green advisers, is to warn that Britain must drastically reduce its population if it is to build a sustainable society.

Porritt’s call will come at this week’s annual conference of the Optimum Population Trust (OPT), of which he is patron.

The trust will release research suggesting UK population must be cut to 30m if the country wants to feed itself sustainably.

Porritt said: “Population growth, plus economic growth, is putting the world under terrible pressure.

“Each person in Britain has far more impact on the environment than those in developing countries so cutting our population is one way to reduce that impact.”

Population growth is one of the most politically sensitive environmental problems. The issues it raises, including religion, culture and immigration policy, have proved too toxic for most green groups.

However, Porritt is winning scientific backing. Professor Chris Rapley, director of the Science Museum, will use the OPT conference, to be held at the Royal Statistical Society, to warn that population growth could help derail attempts to cut greenhouse gas emissions.

Rapley, who formerly ran the British Antarctic Survey, said humanity was emitting the equivalent of 50 billion tons of CO2 into the atmosphere each year.

“We have to cut this by 80%, and population growth is going to make that much harder,” he said.

Such views on population have split the green movement. George Monbiot, a prominent writer on green issues, has criticised population campaigners, arguing that “relentless” economic growth is a greater threat.

Many experts believe that, since Europeans and Americans have such a lopsided impact on the environment, the world would benefit more from reducing their populations than by making cuts in developing countries.

This is part of the thinking behind the OPT’s call for Britain to cut population to 30m — roughly what it was in late Victorian times.

Britain’s population is expected to grow from 61m now to 71m by 2031. Some politicians support a reduction.

Phil Woolas, the immigration minister, said: “You can’t have sustainability with an increase in population.”

lunedì 23 marzo 2009

Il massacro continua - The Massacre continues

WWF: a rischio anche le Aree Protette




"Piano casa": per il WWF un attentato al Belpaese senza precedenti

Il testo dello schema di decreto legge sul cosiddetto “piano casa”, inviato dal Governo alla Conferenza Stato Regioni, è di straordinaria gravità: a rischio anche le aree protette


Per il WWF il testo dello schema di decreto legge sul cosiddetto Piano casa, inviato dal Governo alla Conferenza Stato Regioni, è di straordinaria gravità. Un vero e proprio attacco senza precedenti al Belpaese e al suo paesaggio. Il WWF nei prossimi giorni interverrà direttamente sui Ministri in vista della riunione del Consiglio venerdì prossimo e su tutte le Regioni che mercoledì prossimo sono chiamate ad esprimere un parere nella Conferenza Stato Regioni.

Scorrendo il testo il WWF ha previsto lo scenario che potrebbe scaturire se il testo venisse approvato: sono previsti ampliamenti del 20% per tutti gli immobili realizzati, anche in sanatoria, entro il 31 dicembre 2008. Le unità abitative potranno essere ampliate sino a 300 metri cubi, le altezze dei fabbricati potranno essere aumentate sino a 4 metri oltre quelle previste dagli strumenti urbanistici vigenti. Sono ammessi i cambi di destinazione d’uso. In caso di abbattimento e ricostruzione gli edifici residenziali potranno aumentare del 35%, mentre per quelli commerciali addirittura può aumentare del 35% la superficie occupata; queste ipotesi sono possibili solo in caso di adozione di tecniche di bioedilizia o l’adozione di energie rinnovabili, ma il decreto non stabilisce nessun indice di efficienza energetica e addirittura rende possibile tali incrementi di volume anche solo al fine del “risparmi delle risorse idriche e potabili”. Vengono fatte salve le zone inedificabili, ma con l’esclusione delle sole zone A (ben poca cosa) gli aumenti di volume e di superficie occupata potranno essere realizzati anche nei parchi. Gli interventi non sono soggetti a concessione edilizia ma a semplice DIA (Denuncia Inizio Attività) e tutte le procedure di controllo vengono fatte attraverso autocertificazione.


Il Governo è andato ben oltre il 20% di cubature aggiuntive e certo non si è limitato, come sarebbe ampiamente auspicabile, alle sole aree metropolitane consolidate. Sono investite tutte le aree protette, le zone paesaggistiche, saltano gli indici di edificabilità fissati dai Comuni, nulla si prevede per gli standard di verde pubblico. Grandissimo regalo agli imprenditori che potranno aumentare i capannoni del 35% ed ogni tipo di immobile industriale o commerciale. Falsa la promessa di condizionare gli abbattimenti e le ricostruzioni al miglioramento ambientale: senza indici di efficienza energetica non esiste controllo e, inoltre, il testo prevede come alternativa la possibilità del risparmio idrico, come dire che basta mettere il recupero delle acque piovane e i rubinetti di nuova generazione per costruire il 35% in più. Stravolte le procedure autorizzative ben sapendo che data la mole degli interventi che si prevedere né i Comuni, né le soprintendenza saranno in grado di dare qualsivoglia risposta. Ed inoltre, inevitabilmente, tutti gli abusi realizzati verranno fatti, se rientrano nel limite del 20% sino a 300 metri cubi, verranno certamente fatti passare come opere nuove e quindi sanati.

“Quanto si sta facendo non risponde in alcun modo ad un interesse pubblico, ma ad una sommatoria di interessi privati – ha dichiarato Gaetano Benedetto co-direttore del WWF Italia - E’ talmente clamoroso il tutto che sembra un tardivo scherzo di carnevale, o un pesce d’aprile anticipato, la speranza è che qualcuno si renda conto che il Parlamento, le Regioni, la Corte Costituzionale, ma soprattutto il mondo della cultura, delle università, delle Associazioni, prendano coscienza che mai, davvero mai, il Bel Paese aveva ricevuto un simile attacco".

domenica 22 marzo 2009

NO ai rifuti in Farnesiana



"Allumiere non può diventare la discarica di Roma"
di Redazione

I rifiuti di Roma tornano in parte nel comprensorio di Civitavecchia. L'amministratore delegato di AMA, Panzironi, che nei mesi scorsi aveva sponsorizzato la combustione di CDR a Civitavecchia, è tornato alla carica, proponendo che i rifiuti un tempo conferiti nella discarica di Malagrotta trovino ospitalità in due aree, una a sud (Fiano Romano) e una a nord (Allumiere) della capitale. Contro la proposta di Panzironi si scaglia l'onorevole Pietro Tidei, che si è rivolto direttamente al Governatore del Lazio, Marrazzo, e al sindaco di Roma, Alemanno, per ricordare che il territorio ha già abbondantemente dato sotto il profilo ambientale. Leggi la lettera.
All'On Piero Marrazzo
Presidente della Regione Lazio

all' On Giovanni Alemanno
Sindaco di Roma.


Onorevole Presidente,
l'Amministratore delegato dell'Ama signor Panzironi, torna all'attacco, proponendo di situare la discarica dei rifiuti di Roma nella ridente cittadina collinare di Allumiere (come da Repubblica del 19.03). Sembra ormai una idea fissa quella di trasferire da Malagrotta alla zona di Civitavecchia la discarica dei rifiuti romani, collegando questa operazione alla centrale di Torre Valdaliga Nord convertita a carbone, attraverso il sistema della co-co-combustione, cioè bruciando carbone e cdr.
Il Comune di Allumiere da una parte, il Comune di Civitavecchia dall'altra, insieme alla Comunità Montana dei Monti della Tolfa e alle Associazioni Ambientaliste hanno fermamente e unitariamente respinto questa provocatoria ipotesi rifiutando di diventare l'immondezzaio di Roma.
È il caso di ribadire agli immemori, che Civitavecchia e la zona è dal 1949, cioè da 60 anni fa, con la istallazione della prima centrale elettrica di Fiumaretta che da una parte contribuiscono alle esigenze energetiche nazionali e dall'altra subiscono gli effetti dannosi per la salute e per l'ambiente degli inquinamenti delle centrali.
Allumiere tra l'altro, fa parte di un'area boschiva, ricca di piantagioni uniche quali i biotopi, destinata a dar luogo ad un parco nazionale che ne salvaguardi la unicità, la bellezza e ne costituisca una incentivante sorgente di iniziative economiche, turistiche, culturali.
Non si comprende perché il Sindaco di Roma anziché, per la discarica dei rifiuti romani, individuare una zona interna al perimetro della Capitale, insista, ostinatamente, per "traslocare" al Nord di Roma i propri rifiuti.
Ribadisco, quale Parlamentare del Collegio 25, il cui territorio è ricco di vestigia etrusche e latine, con patrimoni riconosciuti dall'Unesco come beni dell'umanità, dove transitano ogni anno milioni di passeggeri che sbarcano nel Porto di Civitavecchia, che l'ipotesi Panzironi - Alemanno debba essere definitivamente abbandonata, lasciando alle popolazioni locali la libertà di costruire il loro futuro fondato sull'utilizzo pieno delle risorse di cui si dispone, con l'impegno della Regione di sostenerne attivamente le varie fasi di avanzamento.
È incredibile per altro il comportamento da Giano Bifronte del Sindaco di Roma che è venuto a Civitavecchia a rifiutare l'ingresso di Civitavecchia e del comprensorio nell'area metropolitana riservando tutti i fondi del Governo Centrale alla città di Roma e scaricando tutta l'immondizia di Roma sul comprensorio di Civitavecchia.
Questa è la vera della Destra e del Sindaco di Roma, che da una parte fanno finta di tutelare gli interessi della città e fanno quelli dei suoi accoliti locali e dall'altra vorrebbero ridurla a immondezzaio.
Cosa dicono gli Amministratori di Centro Destra di Civitavecchia?




Cordiali Saluti


On. Avv. Pietro Tidei

Il nuovo Piano Casa

sabato 21 marzo 2009

Another Crime in the making




Hawaii's native avian population is in peril, with nearly all the state's birds in danger of becoming extinct, a federal report says.

One-third of the nation's endangered birds are in Hawaii, said the report, issued Thursday by the Interior Department. Thirty-one Hawaiian bird species are listed as endangered, more than anywhere else in the country.

"That is the epicenter of extinctions and near-extinctions," said John Fitzpatrick, director of the Cornell Lab of Ornithology, which helped produce the study. "Hawaii is (a) borderline ecological disaster."

Hawaii's native birds are threatened by the destruction of their habitats by invasive plant species and feral animals like pigs, goats and sheep.

Diseases, especially those borne by mosquitoes, are another killer.

One of those in trouble is the palila, a yellow-crowned songbird that lives on the upper slopes of Mauna Kea. Its population plunged by more than 60 percent from 6,600 in 2002 to 2,200 last year.

Habitat loss and predators are part of the problem, said Holly Freifeld, a vertebrate recovery coordinator with the U.S. Fish and Wildlife Service in Honolulu.

Another is that grazing feral sheep ruin mamane trees, which provide palila birds with their preferred food: mamane seed pods. The trees are also being killed by disease.

The Fish and Wildlife Service plans to fence off an area on Mauna Kea, and remove sheep from the fenced area, to give the palila an environment where it can flourish, Freifeld said.

The restored habitat would also likely help other endangered birds which also have lived in the same forest ecosystem, she said.

Similar habitat restoration projects have worked in the Hakalau Forest National Wildlife Refuge.

Workers there installed fences, controlled invasive plant species, removed pigs, and planted koa and ohia trees.

The Interior Department's report, called "The State of the Birds United States of America 2009," noted Hakalau's populations of the Hawaii creeper and akiapolaau have increased dramatically.

"Application of these successful methods is urgently needed elsewhere," the report said.

Scott Fretz, wildlife program manager at the state's Division of Forestry and Wildlife, said he was confident such efforts could help restore all of Hawaii's endangered bird species, excluding those that have already become extinct.

"The basic, fundamental problem that we have is a lack of funding to do what we need to do," Fretz said. "If we had a lot more funding than we do, we would be able to recover most, if not all, of the species that we have that are endangered."

Fretz said legislation pending before Congress could provide a welcome boost. One would provide funding for restoration efforts. Another designed to provide money to help states cope with climate change would help Hawaii because warmer temperatures allow mosquitoes to enter habitats at higher elevations currently inhabited by the palila and other forest birds.

giovedì 19 marzo 2009

CHI NON VUOLE la messa in SICUREZZA dell'AURELIA????



CAPALBIO, SABATO IN MAREMMA LA FESTA DI PRIMAVERA. CHI NON VUOLE SICURE AURELIA E PONTINA? LO SCANDALO AUTOSTRADA
CAPALBIO-GROSSETO (UNONOTIZIE.IT)



ITALIA NOSTRA - L’ASSOCIAZIONE AMICI DELLA MAREMMA –

IL COMITATO NO CORRIDOIO ROMA-LATINA

Invitano tutti i cittadini a partecipare alla

FESTA DI PRIMAVERA

CAPALBIO – BORGO CARIGE



21 MARZO 2009



PROGRAMMA



Ore 10.00 Presso la Sala Tirreno CONVEGNO sul tema:



“CAMBIAMO STRADA – NO al Corridoio Autostradale Tirrenico, adeguiamo in sicurezza l’Aurelia e la Pontina”.



Intervengono:



- Luigino Ambrosini: Problematiche legate agli espropri.

- Prof. Gianni Mattioli: la storia del mancato adeguamento dell’Aurelia.

- Dott.ssa Sofia Rosati, oncologa.

- Dott. Gianni Ghirga, pediatra



Partecipano:

- Furio Colombo, giornalista

- Claudio Petruccioli, giornalista

- Paolo Berdini, urbanista

- Gualtiero Alunni, Portavoce Com.to NO Corridoio RM-LT

- Cesare Crova, Presidente Italia Nostra Lazio



Coordina i lavori: Nicola Caracciolo



Dalle ore 13,00 Assaggi di prodotti tipici della Maremma con musica dal vivo nella Piazza di Borgo Carige offerta da Gruppi Musicali locali.



Dalle 16.00 alle 18.00 Animazione e giochi per i più piccoli



Gli esperti durante il pomeriggio rimarranno a disposizione nella Sala Tirreno per rispondere alle domande dei Cittadini.

Nella stessa Sala sarà allestita una mostra fotografica intitolata C’era una volta la Maremma

sabato 7 marzo 2009

10 Gru in Etruria!


Etruria, 10 gru nell'Oasi WWF Orti Bottagone

- Domenica 1 marzo la Riserva Naturale Oasi WWF Padule Orti-Bottagone è stata palcoscenico di uno straordinario spettacolo legato alla migrazione primaverile di questi bellissimi trampolieri


Domenica 1 marzo 2009 la Riserva Naturale Oasi WWF Padule Orti-Bottagone (Piombino-Livorno) è stata palcoscenico di uno straordinario spettacolo legato alla migrazione primaverile. Uno stormo di 10 Gru (la “famosa” Gru di Chichibbio del Boccaccio!) ha deciso di fermarsi e rifocillarsi nei prati umidi e negli stagni salmastri dell’Oasi, incurante della pioggia battente. La guida dell’Oasi Luca Becherucci ha avuto la prontezza di fermare nelle immagini questo importante avvenimento. Si tratta dello stormo più numeroso mai registrato all’interno dell’Oasi, replicando la segnalazione di due anni fa che vide uno stormo di 13 individui stazionare nei campi di poco al di fuori del perimetro dell’area protetta.

Specie di grandi dimensioni, la Gru sta ora risalendo la penisola italiana, proveniente dalle aree di svernamento del nord Africa, per raggiungere i siti riproduttivi dell’Europa centrale, delle pianure balcaniche e della Russia europea. Inconfondibile per il caratteristico richiamo con cui i componenti dello stormo mantengono permanentemente i contatti tra loro, la specie trova ormai ad Orti-Bottagone un punto obbligato di transito e sosta. Il monitoraggio della migrazione proseguirà in Oasi nel mese di marzo ed aprile.

Chi intendesse avvicinarsi a questo straordinario spettacolo della natura può mettersi in contatto con il WWF (e.mail: ortibottagone@wwf.it)