sabato 5 marzo 2011

Maremma: territorio del parco regionale


Territorio e vegetazione: Parco Regionale della Maremma

Il territorio del parco della Maremma si può suddividere in due grandi sottounità geomorfologiche: da una parte i monti dell’Uccellina, dall’altra la piana dell’Ombrone, che risulta maggiormente modificata dall’azione delle inondazioni, dal pascolo, dalle coltivazioni e soprattutto dalle bonifiche.

In generale, il paesaggio poco si discosta da quello tipico della Toscana meridionale:le forme dei rilievi sono dolci e per lo più smussate, mentre le valli sono poco profonde, a causa dell’alta erodibilità delle rocce sottoposte ad agenti atmosferici.

I monti dell’Uccellina si spingono fino al mar Tirreno (ovest), dove vengono in contatto con le dune sabbiose, e sono circondati dalle pianure alluvionali dei fiumiOmbrone ed Albegna; verso sud, la catena collinare declina gradualmente fino aTalamone (limite sud del parco), e i rilievi si fanno sempre più bassi e dolci.

Dal punto di vista idrografico, il Parco presenta due tipologie di corsi d’acqua: nelle pianure si trovano molti canali artificiali di varie dimensioni creati per bonificare la palude; sui rilievi si trovano molti corsi d’acqua naturali a carattere fortemente torrentizio.

La vegetazione di base del parco è costituita da lecci; a questi alberi si affiancano nei versanti orientali la fillirea, il lentisco, il corbezzolo, l’erica e la quercia da sughero.
Nei versanti orientali e settentrionali si trovano invece, oltre ai lecci, l’orniello, laroverella, il biancospino, la vitalba, l’edera e il sorbo.

Nel sottobosco crescono ciclamini, liane, pungitopo, asparagi selvatici, mentre è abbastanza diffuso un po’ ovunque l’acero trilobo.

Il versante occidentale dei monti dell’Uccellina si presenta più degradato ed arido, perciò è disseminato di macchie intricate di liane, eriche, lentischi e filliree.

Il versante orientale è invece adatto alla crescita del bosco e ospita varie specie di arbusti come la ginestra, il mirto, l’erica e la lavanda.

Negli ambienti più rocciosi si è adattata una serie di piante in grado di resistere alla siccità: sono da citare l’euforbia arborea, la sabina marittima, l’oleastro e la rarissima palma nana.

In molte zone in cui la vegetazione arborea è stata distrutta o è andata diradandosi per cause naturali avanza la gariga, cioè un complesso di vegetazione bassa che vive su rocce o terreni calcarei.
Essa comprende il rosmarino, il cisco, il lentisco e l’erica rosa, oltre ad una buona varietà di orchidee selvatiche.

Sul litorale si incontra la tipica vegetazione pioniera che si adatta ai terreni sabbiosi:euphorbia, sporobulus pungens, xanthium italicum, mentre alle loro spalleechinophora, calystella ed eryngium creano le dune con i loro apparati radicali.

Infine non meno importante è la vegetazione antropica, cioè impiantata dall’uomo, come gli uliveti abbandonati o i boschi di pini creati sulle coste per proteggere le coltivazioni dai venti marini.


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